25/10/2024, Futurlab Academy
Pillola formativa: specialità, un po' di chiarezza
Le specialità
Il sangue possiede fondamentali informazioni sulla condizione generale dell’organismo, indagando valori generali, ma anche condizioni specifiche di apparati e organi.
Cosa si intende per VALORI GENERLALI? Sono le spie del nostro cruscotto, che se accese indicano un malfunzionamento in un componente dell’autovettura, senza indicarne la causa.
Con le SPECIALITA’ si possono eseguire profili e test che normalmente vengono demandati a laboratori di service e che oggi vengono sempre più richiesta come esami di routine. Questo porta a tempi di diagnosi precoce e a tempestività nelle terapie.
Sono sostanzialmente esami che possiamo definire «di secondo livello» che in caso di alterazioni in quelli che sono gli esami di routine aiutino il clinico a indagare circoscrivere condizioni specifiche di apparati e organi e ad indirizzarlo in diagnosi differenziale.
Possono inoltre essere marker che vanno a confermare uno stato infiammatorio aspecifico del paziente, aprendo ad indagini più approfondite con altre tecniche strumentali (TAC, risonanza, ecografia, ecc…)
Il ferro e le sue specialità
Il ferro (o sideremia, cioè la quantità di ferro presente nel sangue) assunto con l’alimentazione è assorbito a livello intestinale, si lega alla transferrina e a seconda delle necessità viene trasportato attraverso la transferrina dal sangue a vari organi e principalmente al midollo osseo, dove circa il 70% del ferro assunto con l’alimentazione viene incorporato all’interno del gruppo “eme” dell’emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi, che ha la funzione di distribuire l’ossigeno dai polmoni all’intero organismo. Il restante 30% viene immagazzinato nei tessuti sotto forma di ferritina.
La transferrina è una glicoproteina prodotta dal fegato e rappresenta la più importante proteina per il legame e il trasporto del ferro nell’organismo.
L’UIBC (Unsatured Iron Binding Capacity) misura il livello di transferrina ancora non saturata dal ferro (la transferrina di riserva).
La ferritina misura le riserve di ferro immagazzinate nei tessuti e pronte per essere mobilitate in caso di necessità.
Attraverso i test per il dosaggio della transferrina (transferrinemia), UIBC (ma anche TIBC e saturazione della transferrina) è possibile valutare la capacità del circolo sanguigno di trasportare e legare il ferro
Gli acidi biliari
La bile è un liquido di colore giallo secreto dal fegato, indispensabile per la digestione e l’assorbimento intestinale dei lipidi e per l’eliminazione dei prodotti di degradazione dell’emoglobina.
La bile è composta da acidi e sali biliari, che costituiscono circa il 70% dei soluti, da pigmenti biliari, colesterolo, lecitine, ioni (K+, Na+, HCO3‒, Cl‒). Gli acidi biliari primari prodotti negli epatociti, l’acido colico e l’acido deossicolico, derivati del colesterolo, vengono coniugati agli aminoacidi glicina e taurina e, grazie all’ambiente alcalino della bile, formano sali solubili di potassio e sodio, i sali biliari.
I sali biliari sono molecole anfipatiche, in grado cioè di interagire con molecole polari, come l’acqua, e con molecole non polari, come i trigliceridi, i grassi più frequenti nell’alimentazione animale. I sali biliari si comportano quindi da potenti tensioattivi, in grado di scindere in unità molto piccole le grosse gocce lipidiche che arrivano nell’intestino.
Perché si esegue il test per quantificare la concentrazione di acidi biliari nel sangue?
Il test degli acidi biliari viene richiesto dallo specialista in caso di sospetta patologia del fegato, tra cui cirrosi, epatite, colestasi, trombosi portale, sindrome di Budd-Chiari, colangite, malattia di Wilson ed emocromatosi.
Poiché l’eccesso di pigmenti biliari nel sangue ne determina il deposito nei tessuti (ittero), è importante a livello diagnostico valutare quale forma bilirubinica predomina nel sangue. Una patologia emolitica, per es., determina l’aumento della bilirubina indiretta (ittero emolitico), mentre anomalie nella funzionalità epatica portano a un aumento della bilirubina diretta (ittero epatocellulare e ittero ostruttivo)
Ammoniaca
L’ammoniaca è un prodotto azotato che deriva dalla deaminazione degli aminoacidi e dalle fermentazioni batteriche intestinali. E’ un metabolita molto tossico per il Sistema Nervioso Centrale e deve essere rapidamente trasformato in urea dal fegato.
. Aumenti dell’ammoniemia nel neonato possono essere dovuti a deficit enzimatici congeniti. Più comunemente l’iperammoniemia riconosce una causa secondaria ad insufficienza epatica severa, poiché il fegato è l’unico organo capace di eliminare l’ammonio.
Nei pazienti affetti da gravi malattie epatiche il fegato non è più in grado di gestire efficacemente l’ammoniaca in circolo, con la conseguenza di un progressivo aumento delle concentrazioni e la comparsa di complicazioni anche gravi dovute all’azione della sostanza a livello cerebrale.
Creatinina
La creatinina è il risultato della degradazione della creatina fosfato (o fosfocreatina).
Nell’organismo umano, la fosfocreatina si trova principalmente nel muscolo scheletrico e nel cuore; per questi tessuti, la creatina costituisce una fonte di energia immediatamente utilizzabile.
Una volta prodotta, la creatinina viene riversata nel sangue. Successivamente, viene filtrata dai glomeruli renali e interamente eliminata con le urine, senza essere riassorbita a livello tubulare.
Il dosaggio della creatinina fornisce informazioni utili circa l’efficienza della funzionalità dei reni, essendo quest’ultimi gli organi deputati al filtraggio del sangue.
La misura della creatinina avviene in due modi: attraverso le analisi del sangue (creatinemia) e quelle delle urine (creatininuria).
Quando fare il test?
Nel caso in cui il paziente abbia una patologia renale e necessiti di monitoraggio costante possono essere prescritte le analisi della creatinina a intervalli regolari. La creatinina, inoltre, viene richiesta nel momento in cui il paziente sta seguendo cicli di dialisi. E ancora, prima e durante specifici trattamenti farmacologici.
L’esame della creatinina può essere raccomandato anche nel caso in cui il paziente soffra di malattie non strettamente renali, ma che possono inficiare la funzionalità di questi organi come il diabete (sia di tipo 1 sia di tipo 2).
Creatinina e SDMA
La SDMA (dimetilarginina simmetrica) è una piccola molecola derivante dalla metilazione dell’arginina, liberata nel torrente sanguigno in seguito alla degradazione delle proteine. Circa il 90% di questo composto viene eliminato tramite clereance renale e sembra essere un promettente marker del tasso di filtrazione glomerulare.
Un parametro che viene spesso usato per la diagnosi della malattia renale sia nel cane che nel gatto è la concentrazione sierica di creatinina, i cui livelli tuttavia aumentano solo dopo che si raggiunge un esteso danneggiamento renale, corrispondente alla disfunzione del 75% dei nefroni. Si rendono quindi sempre più necessari dei marcatori precoci di malattia.
È stato dimostrato che la SDMA aumenta nei gatti fino a 4 anni prima rispetto alla creatinina sierica, mentre questo aumento è meno marcato nel tempo nel caso dei cani.